Tuono, benessere, stagno. Poemi verticali ad Artesso
Tuono, benessere, stagno. Sono queste le parole che sintetizzavano cosa stava rapendo l’attenzione di Silvia, Mauro e Simone.
Il giorno prima “ero arrabbiato” col cielo che dopo una settimana di sole mi voleva regalare una bella domenica di pioggia, proprio nella domenica in cui avevo fissato un’escursione ai roccoli di Artesso.
Messaggiando con Silvia sugli ultimi preparativi mi disse: “Ma si, la fortuna aiuta gli audaci”.
Salendo verso Dervio quella mattina lungo la Milano Lecco abbiamo incrociato un temporale, guardando le montagne dell’alto Lario si poteva intuire che in quota stesse nevicando, ma quella di fatto è stata l’unica acqua che abbiamo beccato in giornata.
Fortunatissimi
Raggiunta Artesso ed il suo laghetto ci aspettavano una giornata di sole, al riparo dal vento un bellissimo tepore, animali, suoni, tracce, la Linea Cadorna che ci aspettava per raccontare storie, un mare di emozioni che ci attendevano.
Abbiamo avuto modo di fare e sperimentare diverse cose.
I miei tre accompagnatori hanno ascoltato pazientemente quello che postazioni di cannoni, e decine di metri di trincee recuperate alla vegetazione avevano da raccontare.
Hanno ascoltato storie di faggi, faggiole, uomini e animali.
Hanno accettato di mettersi in gioco, bendati, di entrare nel buio e silenzio, guidati solo dal tatto, dalle sensazioni e dalla mia voce, scoprendo di avere meno difficoltà a percorrere sentieri di montagna in questo modo piuttosto che facendo affidamento sugli occhi.
Hanno conosciuto degli alberi, i loro segreti, le storie che hanno voluto raccontarci.
Hanno sperimentato modi diversi di immergersi nella natura, attraverso lo sguardo, i suoni, le emozioni.
Hanno fissato queste emozioni in una parola. E l’hanno usata per comporre il loro primo poema verticale. Risultati stupendi.
Alla prossima ragazzi
Ed alla prossima magari vieni anche tu