Marco Anghileri, lo chiamavano il Bacc - apassolento.com
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Marco Anghileri, lo chiamavano il Bacc

Due anni fa il Bacc è andato altrove. Quel giorno non lo sapevo sul pilone centrale del Freney quando ricevetti un messaggio: “gio… è morto marco anghileri”. Ghiaccio.

Ho da poco finito di leggere la sua bio, “La scala dei sogni“, e sull’onda del bel profilo che ne disegna Giorgio Spreafico voglio dare anche io il mio contributo per ricordarlo. Sono una delle persone che dopo averlo conosciuto ne sono state rapite (e so che sono davvero tante, ma non potrebbe essere altrimenti). Lo considero un grandissimo, e non aggiungo alpinista, perchè aggiungervi quella parola sarebbe riduttivo nei suoi confronti. Un grandissimo e basta.

L’ho conosciuto qualche anno prima che il massiccio del monte Bianco se lo portasse via grazie alla sezione Cai di cui faccio parte. Loro mi vollero come consigliere (esperienza breve, forse non son portato a star seduto in assemblea) e a cena mi trovai a tavola con quest’uomo mai visto nè sentito prima, Marco Anghileri, dopo un tardo pomeriggio passato con lui in sezione per controllare che tutto fosse a posto: da lì a poche ore era protagonista di una serata a lui dedicata.

Tendenzialmente quando incontro un Buddha per la strada lo uccido. In montagna faccio di tutto e mi diverto ma non sono certo un grande alpinista, mi cago facilmente sotto nonostante i miei standard ai più (i non avvezzi) possano far accapponare la pelle e d’imprese di quello o su quell’altro, in senso stretto (dell’impresa in sè) mi è sempre importato tutto sommato poco. Guardo certo un mucchio di roba legata a questo mondo ma mi interessano di più le persone, i loro sguardi quando parlano, quello che sanno trasmettere. 35 anni possono essere pochi ma qualche alpinista di grande fama ho avuto anche io modo di “conoscerlo”, certo non sono tutti così e la mia è un’esperienza frutto di poche ore di frequentazione e giusto due parole scambiate, ma da quello che ho potuto tastare l’alpinista è in genere una persona a cui piace condividere a raffica parole, ma che cela per sè le emozioni. Gli piace sentirsi parlare insomma. Mi ricordano tanto i pescatori giusto per scadere nei luoghi comuni.

Marco era più grande perchè non era così.

Nel suo biglietto da visita non c’era niente di quello che aveva fatto. Quanto Marco fosse un grande alpinista l’ho scoperto solo leggendo Spreafico, neppure durante la sua serata lo avevo capito in toto. Le imprese dolomitiche passavano in secondo piano rispetto al suo piacere di raccontarsi e condividere le emozioni che aveva provato. Un pazzo che chiese consigli ad un perfetto sconosciuto perchè quella sua serata gli sarebbe piaciuto farla diventare tipo uno spettacolo di teatro. Così aveva pensato di far scorrere le immagini che aveva sincronizzato sul testo che leggeva, creammo il buio, lui illuminato solo dalla frontale, sembrava felice come un bambino. Dopo “lo spettacolo” parlammo per un po’ di quel suo espediente scenico, su cui lui aveva voluto avere un’opinione e che voleva perfezionare. Avrebbe potuto commentare a braccio, come fan tutti. Lui no. Oggi credo davvero che lui non avrebbe potuto farlo. Perchè probabilmente non gli interessava commentare a braccio l’impresa che aveva fatto, gli interessava condividere le emozioni che aveva provato quel giorno e trasmettere agli altri il suo amore per quell’ambiente. Ci riusciva. Era coinvolgente, dava confidenza, faceva sentire a proprio agio.

Da quel giorno capitò diverse volte che ci incrociassimo (riconoscessimo) in Grigna. Sempre un saluto, due parole. Guarda caso lui sempre a scendere ed io a salire, anche quando mi sembrava di essere partito con le galline ancora addormentate.

– Chi è?

– Un grande alpinista.

Ma era molto di più, prima di tutto una grande persona. Con cui era un piacere stare. Le Grigne erano ancora un po’ più belle sapendo che c’era anche lui, talmente vivo che ancora oggi mi sembra di vederlo passare veloce tra quelle rocce.

Ci sarebbero tante altre cose da dire. Ma mi fermo qui.

Un bel libro quello di Spreafico.

Ciao Bacc.

marco bacc anghileri

Ah… perchè Bacc? Come dice Spreafico “Con la C dolce, di bacello…”? Da Baciccia… personaggio disegnato da Adelchi Galloni, protagonista di storie per l’infanzia

Marco Anghileri (Lecco 16-9-1972; Monte Bianco 14-3-2014)

Ps. le foto in copertina le ho prese dal suo profilo facebook… questa sera 12 marzo, dai Resinelli parte una fiaccolata. Ritrovo alle 19

 

gionata pensieri
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