Avventure sugli alberi del Valentino - apassolento.com
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Avventure sugli alberi del Valentino

Parco avventura escluso questa potrebbe benissimo rientrare nella serie “escursioni con l’ombrello”.

Quella nel parco del Valentino è un’uscita quattro stagioni, considerando l’altezza tutto sommato modesta, la vicinanza del lago, il fatto che i Resinelli sono una nota località turistica del lecchese e che per chi abita qui la neve non rappresenta un evento capace di far piombare nel panico l’intera popolazione (per dire che le strade le troverete sempre pulite).

I Resinelli offrono gite per tutti i gusti, si può puntare la Grigna Meridionale, palestra e luna park di climbers, alpinisti ed escursionisti, oppure dedicarsi a scoprire un territorio quanto mai vario ed interessante. Noi andiamo in questa direzione. Se siete con i bambini e volete trovare loro qualcosa da fare puntate il grattacielo (sì l’ecomostro, non ci facciamo mancare proprio niente), lì attorno potrete trovare sia il Parco avventura che gli uffici a cui rivolgervi per una gita all’intero delle miniere. Informatevi sugli orari e periodi di apertura di entrambi, in periodo di chiusura se c’è una bella giornata provare una telefonata costa poco.

Noi oggi siamo diretti nel parco del Valentino. Mattinata passata a vegliare il wookie mentre passa i moschettoni sui cavi metallici da una piattaforma all’altra del Parco avventura (l’età minima per salire sulle piattaforme è 4 anni, comunque occorre che i piccoli raggiungano il metro di altezza, per raggiungere il cavo, e che siano in grado di usare il kit di sicurezza – da ferrata in autonomia). Ci concediamo poi un bel pranzo al sacco sui pratoni che d’inverno si trasformano in una fantastica rampa per bob e slittini prima di addentraci nella bellissima faggeta del monte Coltignone. Ci sono diversi sentieri che si possono seguire all’interno del parco, tutti privi di grande dislivello e senza particolari difficoltà. Si possono “leggere” su un pannello che si trova all’imbocco del sentiero, accanto al grattacielo. I sentieri portano a tre belvedere: Coltignone (la cima del monte, a quota 1473), Belvedere (su Lecco città, il lago, i Corni di Canzo), Forcellino (rivolto a ovest, storica falesia lecchese bella selettiva, la base dei circa 250 metri di parete si deve raggiungere calandosi in doppia e se non si hanno i gradi per risalire… bhe… son caxx i). Fare un giro ad anello o andata e ritorno: tutto è fattibile in un paio d’ore e sta solo a quanta voglia avete di camminare.

parco del valentino lecco-5ACCESSO: dalla Milano-Lecco si sale in Valsassina e subito usciti dall’ultima galleria si arriva in pochi metri alla rotonda di Ballabio. Qui i piani Resinelli sono indicati (a destra si va verso Pasturo, Introbio, Barzio, Moggio e gli impianti di risalita, a sinistra si scende a Lecco, noi proseguiamo dritto in salita), la strada guadagna quota a tornanti e porta ad un primo grande parcheggio. Proseguendo si incrocia la chiesetta del Sacro Cuore, qui a destra (salendo) si arriva al rifugio Porta mentre proseguendo in piano si percorre tutta la strada che arriva ai piedi del grattacielo poi torna qui.

DIFFICOLTA’: T. Sentiero turistico in alcuni punti gradinato, carraccia e mulattiera. Non presenta particolari pericoli oggettivi, è ampio e ben segnato.

ETA’: 3+. Non è adatto secondo me alle carrozzine.

DISLIVELLO E TEMPI: L’anello più logico è quello che unisce Belevdere e cima del Coltignone (2,30 H). Il dislivello non supera i 200 metri. Per il Forcellino metter ein conto un’altra ora, si prende una “variante” che scende, in prossimità del Belvedere.

INTERESSE: paesaggistico

NOTE: vediamo un po’. I piani resinelli sovrastano la città di Lecco e collegano Abbadia Lariana o Mandello alla Valsassina. Nei secoli passati erano un alpeggio estivo, poi la rivoluzione industriale ha portato con sè una crescente urbanizzazione dovuta al fatto che l’intera zona è ricca di giacimenti di piombo (e zinco?), il cui sfruttamento è raccontato benissimo dai volontari che portano i visitatori nelle miniere. L’area su cui ora sorge il parco veniva sfruttata come “legnaia” e carbonaia. Di proprietà della famiglia Gerosa-Crotta, nei primissimi anni ’60 Valentino Crotta la donò al Touring Club Italiano sottraendola di fatto allo sfruttamento e spianando la strada per farla riconoscere come area naturalistica protetta.

La strada che collega i piani Resinelli con Ballabio è stata completata poco prima dello scoppio della Secondo Guerra Mondiale. Il motivo della sua costruzione sarebbe prettamente turistico, il che vuol dire che la località doveva essere molto frequentata da alpinisti ed amanti della montagna già nella seconda metà dell’Ottocento. All’interno del parco ci si imbatte in breve nel Museo delle Grigne, che però non ho mai visto aperto. Il parco è bello soprattutto per i suoi colori, gli alberi e gli scorci che regala, sulla Grignetta e sul Monte Rosa, sul lago di Como, sui Corni di Canzo, il monte Barro e il monte Due Mani, mentre quello che si vede dal cancello d’ingresso è proprio il Resegone (che da qui non mostra la più conosciuta silhouette).

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